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trekking in Perù - trekking sulle Ande

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Renato Casarotto (1948-1986)
"La lotta di un uomo nella natura puó raggiungere un'intensitá
fino a toccare il massimo della resistenza e della sopportabilitá
e raggiungere il fondo dell'anima. Allora sembra di capire il perché
della Vita."  

"Come vorrei che l’Alpinismo,
piú che un lusso da ricchi e un desiderio
di conquista della vetta e del successo,
fosse un cammino per essere
piú semplici e buoni.
Dove si imparasse attraverso il sacrificio
ed il lavoro gratuito ad essere
un pó piú modesti nel saper guardare
a chi é piú povero e indifeso"  
Padre Lorenzo Salinetti


Battistino Bonali (1962-1993)
scalatore di fama internazionale, andó in Perú per la prima volta
nel 1990, per scalare le magnifiche cime della Cordillera Blanca,
insieme ad alcuni ragazzi della scuola di intagliatori di Chacas
raggiunse la cima del Huascaran, per la pirma volta i ragazzi campesinos
toccarono la vetta del loro colosso dalle nevi eterne.
In quella occasione conobbe Padre Ugo De Censi e le attivitá
dell' Operazione Mato Grosso, se ne innamoró a tal punto da
decidere di ritornare tre anni dopo.  A differenza di molti degli
alpinisti che frequentano queste cime, seppe accorgersi dell'estrema
povertá della gente che vive ai piedi delle montagne, e non restó indifferente.
Nel 1991 raggiunse la vetta dell'Everest 8848m in completo stile alpino,  
(Great Gouluase). Attraverso l'amicizia nata con Padre Ugo, ritornó nel 1993
per lanciare una grande impresa: scalare la parete nord del Huascarán,
lungo l'irripetuta  "via Casarotto" (1977) con un'idea controcorrente;
"Salire in alto per aiutare chi sta in basso".
Morí tragicamente il giorno 8 agosto 1993, insieme all'amico
Giandomenico Ducoli, durante la scalata alla parete Nord del Huascarán,
quando ormai mancavano poche decine di metri all' uscita in vetta.
Da allora vari ragazzi dell'Operazione mato Grosso hanno voluto raccogliere il suo testimone
e cercare di portare avanti ció che Battistino stava iniziando a percorrere sulle Ande.
Cosi sono nati i Rifugi Andini e le Guide DonBosco
un cammino di anni, di fatiche e di rinunce, di perseveranza
che oggi inizia a dare i suoi frutti.

GRAZIE MONTAGNA per avermi dato lezioni di vita,
perché faticando ho appreso a gustare il riposo,
perché sudando ho imparato ad apprezzare
un sorso di acqua fresca, perché, stanco, mi sono fermato
e ho potuto ammirare la bellezza di un fiore,
la libertá del volo di uccelli, respirare il profumo della semplicitá,
perché solo immerso nel tuo silenzio, mi sono visto allo specchio
e spaventato ho ammesso la mia necessitá
di veritá e amore, perché soffrendo ho gustato la gioia della
vetta percependo che le cose vere,
quelle che portano alla felicitá, si ottengono solo con fatica
e chi non sa soffrire, mai potrá capire.
Battistino Bonali

CARO GESÚ,stammi vicino, guidami nel mio cammino,
fà che ogni salita sia un’occasione per contemplare e adorare la bellezza della natura,
fa  che sia un momento di preghiera.
Ti prego resta con me in ogni mia scalata, tu sia il mio amico,
il mio punto di riferimento, perchè senza di te Gesù,
il mio andare non ha senso. Caro Gesù, ora che sono solo su
questa bellísima cima, dove i miei occhi possono vedere tutto,
aiutami a dimenticare il mondo, l’egoismo, l’odio, la ricerca del denaro,
del successo. Purificami, fà che l’aria che respiro mi riempia di voglia d’amore,
fà che il sole che mi illumina mi riscaldi il cuore al punto
di sapermi sciogliere quando davanti a me qualcuno mi chiede aiuto.
Rendimi libero
Vorrei piangere, commuovermi di fronte a questo spettacolo,
urlare di gioia, urlare che Gesù è l’unica vera salvezza.
Ti prego Gesù di aiutarmi a piangere perchè so che solo cosí tu mi parlerai.
Battistino Bonali - Monte Sossino 26-12-1992




Lo spirito della montagna é una palestra di vita.
Nello stare in spedizione impari a convivere con i compagni,
impari ad avere pazienza, a saper apprezzare tutto di tutti,
a non guardare ai difetti ma ai pregi di ognuno, impari l'arte dell'arrangiarsi
del condividere le gioie e i dolori, impari a chiudere un occhio e a guardare lontano.
La montagna ci aiuta a limare il nostro carattere, ad essere più miti, docili e a portare pazienza,
impari presto a soffrire in silenzio, ad apprezzare il passare delle nuvole,
del sole, delle stelle, del vento, apprezzi il silenzio e la semplicitá.
Presto capisci che per arrivare in vetta bisogna faticare e sudare,
cosi impari a valorizzare molte piccole cose spesso date per scontate.
Ogni passo in avanti diventa una piccola conquista...
La montagna rimane questa grande palestra di vita dove sia chi crede,
sia chi non crede possano cercare insieme il senso della vita"
Cosi modestia ed umiltá diventeranno doti essenziali.

IL SILENZIO ogni cosa ha un suo silenzio,
qualcosa di specifico che
parla e ammaestra,
è da oggi ascoltare l'eloquenza umile di tanti silenzi.
il silenzio solenne delle cime
il silenzio infinito del cielo
il silenzio del grano che cresce
il silenzio gentile dei fiori
il silenzio bianco e immacolato della neve
il silenzio della preghiera
il silenzio del mite e umile di cuore
il silenzio prezioso dei nove mesi
il silenzio della caritá e del perdono
il silenzio atroce della morte
il silenzio abissale di DIO
impariamo a fare spazio al silenzio nei nostri cuori...
                                            "filosofo Danese"




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